03 Dic
L’ex Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha presentato un emendamento per l’abolizione dell’odiato vincolo quinquennale, che è stato introdotto dalla legge 159/2019 di conversione del DL 126/2019. Tale norma obbliga tutti i neoassunti dal 01/09/2020 a permanere nella sede assegnata per un lustro, senza possibilità di presentare domanda di mobilità, di utilizzazione, di assegnazione provvisoria o accettare incarichi secondo l’articolo 36 del CCNL; salvo nei casi in cui il docente sia perdente posto o di possesso della precedenza secondo la legge 104 pervenuta successivamente alla nomina. Tale vincolo ha bloccato nelle regioni del nord una miriade di docenti meridionali ed è stato alla base del fallimento della cosiddetta “Call veloce”.
Il Fioramonti annuncia sul proprio profilo facebook: “Ho appena saputo che il mio emendamento che abolisce il vincolo quinquennale e lo riduce ad un anno per le immissioni in ruolo degli insegnanti ha superato il vaglio di ammissibilità e quindi sarà discusso e votato in Commissione Bilancio”
Il parlamentare evidenzia pure che: “Mai come quest’anno si è evidenziata la necessità di una maggiore prossimità tra luogo di lavoro/formazione e vita personale. Abbiamo visto quanto sia stato difficile spostarsi sul territorio nazionale, per ragioni oggettive, che hanno ulteriormente aggravato il problema delle cattedre scoperte. Inoltre, abbiamo toccato con mano le tante contraddizioni di un sistema di mobilità che costringe tanti insegnanti a spostarsi lontano dalla propria provincia o regione quando invece sarebbero disponibili tante cattedre sotto casa, che magari vanno a supplenza. A ciò bisogna aggiungere che il lavoro fuori sede aumenta significativamente i costi della vita, cui è difficile far fronte con lo stipendio esiguo dei docenti”.
Inoltre si sofferma sul problema del reperimento dei docenti: “Come sostenni da Ministro, il problema del reperimento degli insegnanti, soprattutto nelle regioni settentrionali, non si risolve con un vincolo ma migliorando il trattamento economico degli stessi. Siccome il costo della vita non è lo stesso su tutto il Paese, si potrebbe cominciare consentendo ad alcune regioni di fornire ulteriori incentivi economici, come buoni per vitto e alloggio, in attesa di un dibattito più maturo sulla questione salariale”.
Infine: “Invito il Governo e i miei colleghi di maggioranza a rivedere la propria posizione in merito e a muoversi nella direzione auspicata dal mio emendamento”.
Vedremo adesso come reagirà la commissione bilancio a questo emendamento, che è stato fortemente voluto anche da buona parte dei sindacati e spinto da moltissimi docenti che a tutt’oggi sono bloccati lontani da casa senza possibilità di avvicinamento se non fra cinque anni.
(Da InfoDocenti.it)