Quel pasticciaccio del CSPI…

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Scampato pericolo potremmo dire…

È ormai quasi una settimana che il neoministro della Pubblica Istruzione ha annullato le elezioni del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), fissate dalla Azzolina per l’ormai incombente 13 aprile.

Sembra incredibile, alla luce del recentissimo DPCM del Governo Draghi e delle misure, reiterate se non rafforzate, di contenimento del Covid, che non si potesse fare prima: la macchina elettorale è stata fermata a 24 ore dal suo avvio, quando già in alcune scuole avevano provveduto a individuare la commissione elettorale.

Sembra incredibile che le elezioni fossero state fissate con le consuete modalità in presenza, coi seggi e le cabine elettorali, le schede di carta, l’affissione delle liste, eccetera, solamente lo scorso 15 gennaio, in piena seconda ondata della pandemia. Sembra incredibile che nessuna misura legislativa, seppur invocata dai sindacati, fra DPCM e Milleproroghe, avesse potuto fermare un meccanismo elettorale così tradizionale e inattuabile, visto l’attuale contingentamento, se non annullamento, delle attività scolastiche in presenza.

Ringraziamo il ministro, che con un deciso atto amministrativo ha accantonato il problema, pur non potendolo risolvere in via definitiva: le elezioni CSPI sono rinviate a data da destinarsi, in attesa che per legge si possa fissare un termine più idoneo, probabilmente nel 2022 e auspicabilmente in parallelo con le elezioni RSU, in modo da poter garantire una maggiore partecipazione democratica.

Occorre ricordare che le ultime elezioni CSPI sono state un appuntamento piuttosto ignorato, con scarsa affluenza e seggi che non si sono neppure costituiti, per mancanza di disponibilità o di interesse del personale. Il fatto è che il CSPI è un organo solamente consultivo e piuttosto pletorico di ben 36 membri, di cui la metà di nomina governativa, quelli già prontamente nominati, e non scalda certo i cuori in quanto i suoi “pareri” pur se obbligatori non sono affatto vincolanti.

Il suo potere di indirizzo rimane generico e non deontologico, dovendo accogliere tutte le componenti della scuola e del panorama istituzionale del paese.

 Gilda degli Insegnanti propone da tempo l’istituzione di un Consiglio Superiore della Docenza (CSD), un organo separato e di indirizzo professionale, che potrebbe governare le questioni specifiche dell’insegnamento. Intanto, nelle more della pandemia da debellare, accogliamo con sollievo il rinvio delle elezioni CSPI.

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