Professione Docente. Il nuovo numero di novembre 2021. Covid. Un barlume di normalità

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Negli ultimi due anni molto è cambiato nel mon­do e nella scuola. Il Covid 19, piombato come una valanga nelle vite di tutti, non ci ha certo trasformati in migliori, come recitava uno slogan. Al contrario, i conflitti si sono acuiti, nella società e nella scuola, con una radicalizzazioni di posizioni in continua e accesa opposizione, anche tra i docenti. In questo frangente, ai sindacati spesso è stato chiesto di decidere ciò che non potevano decidere e che spetta solo al legislatore. Ora, in un barlume di normalità le cose sembrano riprendere il corso usuale. Naturalmente, questa ripresa non avviene nelle migliori condizioni, soprattutto per quello che riguarda la scuola, per la quale l’unica “nor¬malità” accettabile sembra essere l’indizione delle elezioni RSU. In primavera, infatti, ancora una volta, gli insegnanti torneranno a indicare, con il voto, i rappresentanti sindacali nelle scuole. Le RSU rivestono un ruolo molto più impor­tante che in passato, oggi in cui il sindacalismo viene attaccato anche nel tentativo di minarne le radici costituzionali, mentre la difesa delle ragioni della rappresentanza collettiva dei lavoratori è un corollario della democrazia.

A questo tema sono indirizzati sia l’ articolo di Rino Di Meglio, Sempre in prima linea, dopo la pandemia, pag. 3, con l’ invito a candidarsi per la Gilda-FGU: “ Non dobbiamo mai dimen­ticare che comunque le RSU della Gilda costituiscono la prima linea di tutela professionale e sindacale dei colleghi, sempre in difesa di quel ruolo istituzionale del docente, orma dimenticato e rimosso da politici e sindacati”; sia il volantino allegato al numero da distribuire nelle scuole.

Sulla mancata normalità nelle scuole- voluta­mente perseguita- molto ci sarebbe da dire e da ribadire. Il giornale ha sempre rimarcato come la pandemia sia stata per i “riformatori” una sor­ta di cavallo di Troia per perseguire modifiche alla funzione istituzionale della scuola e al ruolo dei docenti. Lungi dall’occuparsi delle condizio­ni materiali che avrebbero messo in sicurezza l’insegnamento e l’apprendimento, la politica si è dedicata a tutt’ altro, senza trascurare di rivol­gere agli insegnanti accuse improprie.

In questo numero, Francesco Pallante, pag.4-5 La pandemia e i nemici dell’istruzione pub­blica, rileva come” la pandemia sia un’ottima occasione per lanciarsi all’attacco, in particolare promuovendo e alimentando una campagna di denigrazione dei docenti e del personale tec­nico e amministrativo”. Gianluigi Dotti, Come confinare le nuove generazioni in un presen­tismo senza ritorno, pag.6, dimostra come l’Atto di indirizzo del Ministro Bianchi intenda trasformare la scuola italiana in quasi-servizio. Fabrizio Reberschegg, pag. 7, informa Par­tono i finanziamenti del PNRR, per la scuola non si parla di incrementi stipendiali peri docenti: “quello che grida allo scandalo è la mancanza di attenzione alla situazione stipen­diale dei docenti italiani.” Il resoconto del convegno organizzato dalla Gilda per il 5 ottobre, giornata mondiale dell’ insegnante conferma l’ orientamento, presente in molti interventi dei relatori, EsterTrevisan, I fondamenti della cultura restino nella scuola, pag. 12-13.

Non da oggi, tuttavia, la scuola ha iniziato un lento ma progressivo snaturamento, Giulio Ferroni, da tempo segnala con libri sempre coerenti e chiarificatori, questa discesa. Lo fa anche con questo ultimo saggio, La scuola del futuro, presentato da Giovanni Carosotti, pag. 14-15, La scuola del futuro non è quella di Bianchi. Anche la scuola del passato può insegnare molto, Piero Morpurgo , alle pag. 16-17-18 , 1944-1946, Guido Castelnuovo e il partito d’azione ci racconta il sogno di una scuola nuova del Partito d’ azione, infrantosi per la ragion di stato del ministro Gonella e riserva a Professione docente preziosi e inediti documenti dell’archivio Castelnuovo su questo scontro, in cui ritroviamo elementi che non sono ancora passati. Alberto Dainese, Libertà va cercan­do. Per un uso virtuoso della collegialità, pag.7 delinea le continue, capillari, strette sulla libertà d’ insegnamento.

Non sono da meno i sedicenti interventi “ tec­nici” per abolire il precariato che è restato immutato nel tempo, come dimostra Antonio Antonazzo, pag. 8-9, ripresentando un suo articolo del 2008 e paragonandolo con la situa­zione del 2021, Alla ricerca dei 50000 posti perduti, da cui si può vedere come il tempo sia passato invano. Anche l’introduzione degli algoritmi fa la sua parte nel crescente disagio in cui devono vivere e lavorare i docenti, disagio aumentato dai provocatori proclami ministeria­li “Il primo settembre tutti in cattedra”. Invece, così non è stato, sempre Antonio Antonazzo, Un algoritmo ci seppellirà. Ovvero il diritto di scelta, pag. 10. Rientra nella condizione di astrusa complicazione, il tema La pensione con l’opzione per il calcolo interamente con­tributivo, che Rosario Cutrupia spiega, con la consueta chiarezza, a pag. 23.

La scuola però va, malgrado tutto e malgrado tutti e va nel migliore dei modi possibili in molti luoghi ma soprattutto i certi luoghi, in cui si è a contatto con il dolore e la morte: gli ospedali. Qui, nella SIO, i docenti vanno volontariamen­te e fanno la loro parte, per rimarcare il valore dell’istruzione pubblica statale, “perché studiare fa bene all’anima e al corpo”Ester Trevisan, La scuola in ospedale (SIO): un’ ancora di salvezza per gli studenti ricoverati, pag.22.

Forse va anche, come suggerisce Marco Mori­ni, a pag. 21, I giovani, speranza per cambia­re il mondo, nella formazione di una coscienza ambientale nei giovani, i quali, secondo diverse rilevazioni demoscopiche, si rivelano molto preoccupati per il clima.

Importanza dell’attenzione, nella modernità di­straente al massimo grado, Roberto Casati, pag. 19, Attenzione, vera arte della memoria, per una cura e una protezione di questa facoltà, che è necessario tenere attiva anche perché siano sempre presenti i punti fermi delle situazio­ni e, in modo particolare della pandemia come avverte Fabrizio Tonello, pag. 20, No-vax al governo.Com’ è andata?

Concludiamo ancora con un barlume di normalità, la possibilità di poter visitare luoghi belli e goderne il fascino,Massimo Quintiliani, Il pa­lazzo Farnese di Caprarola, pag.24

Di Renza Bertuzzi

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