01 Gen
Covid-19. In attesa del dopo
Di Renza Bertuzzi
Ogni volta che si progetta questo giornale, dal maggio 2020, ci si augura che, dalla volta successiva, le cose cambino. Che non si debba più parlare di Covid-19 , delle sue implicazioni nella vita di tutti; delle sue conseguenze nella sanità, nell’ istruzione e nell’ economia di tutto il Paese; delle sue utilizzazioni mirate a invadere le libertà costituzionali. Ogni volta, si resta delusi e avviliti poiché di Covid-19 e del suo apparato di effetti occorre continuare a parlare e a ragionare. Passata la prima ondata, ora facciamo i conti- pesanti- con la seconda, con i numeri di morti.
Purtuttavia, la vita continua, complicata e difficoltosa ed è necessario- come invitava Rino Di Meglio, nell’ editoriale del numero di settembre, tenere occhi e coscienze aperti, per guardare a fondo e per capire la direzione dei cambiamenti. È necessario farlo per penetrare il presente e per interrogarsi su di un dopo che prima o poi verrà e che non ci deve trovare impreparati nella scelta della strada da percorrere, nuova per i comportamenti da correggere ma confermata nei diritti costituzionali da conservare.
Sul presente da Covid-19, in questo numero, Rino Di Meglio, a pag. 3, nel tradizionale Punto, ci ricorda che la pandemia non ha potere sui diritti sociali e civili consolidati e che tutti devono operare perché La scuola torni il nostro luogo di lavoro ; Gianluigi Dotti, a pag. 4-5, informando puntualmente sulle ragioni che hanno indotto la Gilda-Fgu a non sottoscrivere il contratto sulla DDI, chiarisce come sia importante cominciare a praticare L’ onere di dire dei NO, onere che ha interpretato il volere dei docenti su questo tema, come ha dimostrato il sondaggio promosso dalla Gilda stessa, pag. 5; Antonio Antonazzo e Ester Trevisan, alle pag. 6-7, si occupano del tema delicato ma imprescindibile dell’ apertura o meno delle scuole, tema che i presidenti delle regioni, autonominatisi governatori hanno fatto impazzire come una crema pasticcera. To open or not to open? this is the question…, il dubbio amletico viene analizzato da Antonazzo alla luce delle linee guida dell’ Unicef, mentre Trevisan, nella sua panoramica europea ed extraeuropea sulle decisione in merito, conferma La scuola, una priorità; Stefano Battilana, Le mentite spoglie dell’ ex bonus docenti, pag.20, svela le mistificazioni di alcuni sindacati sull’ ex bonus docenti, e le loro false ragioni per non destinarlo al riconoscimento dell’ aggravio lavorativo dei docenti durante il Covid; Valentina Cervi, pag 12, presenta un quadro completo ed accurato dei diritti di quei lavoratori della scuola per i quali il servizio in tempi di Covid 19 non è né rivalsa sindacale né problema ideologico ma semplicemente una condizione di Lavoratori fragili.
Sul dopo Covid-19 si proiettano, Fabrizio Tonello, a pag. 8, Urge un po’di salute mentale per il DOPO, sulla necessità di recuperare salute mentale nel dibattito pubblico; Roberto Casati, pag. 9, L’ oceano e noi: le parole e le cose, ricordando l’ invito dell’ Unesco a modificare il nostro modo di pensare e di agire riguardo al mare, anche con il cambio di azioni, pensieri e linguaggio; Massimo Quintiliani, pag. 19, Turismo “anno zero” prevede un turismo di prossimità, a chilometro zero.
Il tema della meritocrazia, cavallo di battaglia di un certo orientamento aziendalistico, è affrontato da Gianluigi Dotti, a pag. 14, Serve, all’ istruzione pubblica, trovare l’ insegnante migliore?, una riflessione e una ricerca sul Global Teacher Prize e da Fabrizio Reberschegg, pag.15, una recensione del’ ultimo saggio di Thomas Piketty, La meritocrazia non esiste: l’ultimo saggio di Piketty svela la verità sui sistemi di istruzione occidentali.
Gli sguardi nello spazio e nel tempo sono di Marco Morini, pag. 17, Il dopo Trump. Istruzione, verso una cesura con la politica passata e di Piero Morpurgo, pag. 19, con una puntata della Storia della Scuola, 1943: il dialogo per la ricostruzione delle scuole iniziò dalla Sicilia. Un dialogo che oggi non c’è!
Per una ricognizione integrale e particolareggiata- secondo il consolidato metodo “ cartesiano” di Rosario Cutrupia– del quadro delle norme su pensioni e buonuscita, alle pagine 9-10, Verso la tanto agognata pensione.
Concludono il numero: una riflessione, come sempre non convenzionale e autoironica, di Alberto Dainese, L’ insana passione per l’ accento sulla i, sull’ importanza dell’ ortografia e una recensione, a cura di Gianluigi Dotti, del libro di Annalisa Santi, Kennedy e le vite sospese, Il passato ritorna sul palcoscenico della vita, pag.13, una valida opera di ricostruzione del vissuto collettivo e personale.
Allegato al numero del giornale, un fascicolo che, ancora una volta, si dedica ad un tema che, durante la pandemia, ha svelato tutta la sua dannosità : l’autonomia. Il mito che ha accompagnato la scuola e la pubblica amministrazione e ora gestisce tutti gli aspetti della vita dei cittadini. Ed è pronto a diventare ancora più cogente con l’ idea di un’ autonomia differenziata. Tutti abbiamo pagato la confusione, il velleitarismo, l’ ambizione di potere dei presidenti di regioni, fattisi governatori e molti dovrebbero aver capito come si debba agire in fretta per fermare quel progetto insano.
Autonomia, perché? Autonomia, da cosa? Contiene articoli di due costituzionalisti, Massimo Villone e Francesco Pallante e di Antonio Antonazzo, Gianluigi Dotti, Fabrizio Reberschegg, Ester Trevisan.