05 Mar
Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, in un’intervista a “La Stampa”, ha parlato della scuola, mettendo in evidenza che il nuovo DPCM ha accolto tutte le richieste fatte dal CTS, infatti ha dichiarato che: “Si farà didattica a distanza nelle zone rosse o in quelle con situazioni epidemiologiche che richiedono maggiori restrizioni. Ma la scuola ha sempre lavorato e continuerà a farlo”
L’ex Assessore della regione Emilia-Romagna ha inoltre affermato che: “Ci siamo trovati di fronte a un rapidissimo cambiamento della situazione epidemiologica. La variante inglese ha modificato radicalmente il quadro precedente: colpisce anche i ragazzi e non solo quelli tra i 10 e i 19 anni, ma anche più piccoli. Abbiamo chiesto un parametro chiaro. Il CTS ce lo ha dato: 250 casi ogni 100 mila abitanti. Abbiamo fatto delle scelte. Si farà didattica a distanza nelle zone rosse o in quelle con situazioni epidemiologiche che richiedono maggiori restrizioni. Ma la scuola ha sempre lavorato e continuerà a farlo“.
Il Ministro ha inoltre dichiarato che il Governo è impegnato per migliorare la Didattica a Distanza (DAD), grazie alla collaborazione di un gruppo composto da persone interne al ministero e provenienti dai territori, docenti, dirigenti scolastici e maestri di strada.
“Investiremo risorse per affrontare questa fase. Attiveremo la rete del volontariato a supporto della scuola, favoriremo i patti di comunità con il territorio, guardando anche oltre l’emergenza, considerando la DAD non come ripiego ma come integrazione e arricchimento per costruire una scuola nuova”, ha sottolineato Bianchi.
Inoltre ha affermato che “Si tornerà a scuola ragionando su quello che è avvenuto, non cancellando il passato ma ragionandoci su per avere una scuola e un mondo del lavoro più avanzato, riconoscendo il duro lavoro svolto dagli insegnanti, che nell’ultimo anno sono stati chiamati a operare in situazioni difficilissime. Dopo si tornerà in presenza facendo tesoro delle esperienze. Bisogna allargare le nostre capacità e usare tutti gli strumenti, avendo una visione dell’educazione”.
Riguardo alle lezioni dopo il termine delle attività didattiche il Ministro ha evidenziato che: “Bisogna iniziare ad aggiungere, fare dei percorsi di sostegno dei singoli, non con tutti seduti al banco fino al 30 giugno ma con percorsi individuali. Gli insegnanti sono presenti fino al 30 giugno per tutte le attività della scuola. C’è tutto il tempo di verificare la perdita degli apprendimenti, i docenti stanno già facendo questo lavoro”.