26 Gen
“L’indagine condotta dall’Osservatorio dei conti pubblici guidato da Carlo Cottarelli sulle ore effettive di lavoro dei docenti italiani conferma quanto denunciamo da tempo, e cioè che il lavoro sommerso degli insegnanti si è allargato a dismisura non solo per le lezioni da preparare e le verifiche da correggere, ma anche per tutto il carico di incombenze burocratiche di carattere perlopiù impiegatizio che nulla hanno a che fare con l’attività didattica. Uno sfruttamento diventato inaccettabile”. Ad affermarlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.
“Sugli insegnanti italiani ancora resiste da parte di qualcuno un antico pregiudizio, legato al passato, secondo cui, rispetto ad altre categorie, godrebbero di un orario di lavoro vantaggioso e di tre mesi di ferie l’anno. La realtà è ben diversa ed è sotto gli occhi di tutti. I docenti chiedono, giustamente, che il loro impegno extra orario ufficiale ottenga un riconoscimento economico e contrattale. Un obiettivo – sottolinea Di Meglio – che può essere raggiunto soltanto investendo adeguate risorse. Le retribuzioni dei nostri insegnanti sono tra le più basse dei paesi sviluppati e non reggono affatto il confronto con il resto d’Europa. Basta considerare il caso della Germania, dove l’orario di servizio dei docenti è generalmente composto da 22 ore di 45 minuti, ma lo stipendio è il doppio rispetto a quello dei colleghi italiani le cui ore di lezione variano da 18 a 25 ore, a seconda dell’ordine di scuola, e vanno dai 60 ai 50 minuti”.
“Il contratto nazionale di lavoro è scaduto da tre anni ma ancora non c’è traccia dell’atto di indirizzo all’Aran per l’apertura del tavolo negoziale. Intanto gli stipendi sono al palo e la pazienza degli insegnanti, che scontano un enorme divario retributivo con gli altri dipendenti pubblici, è ormai al capolinea”.