26 Mag
Nel decreto sostegni bis è stata introdotta una piccola novità. Nel corposo art. 58 si recita: “..possono essere adottate, nei limiti degli ordinari stanziamenti di bilancio, anche in deroga alle disposizioni vigenti, misure volte:
….
c) a prevedere che a partire dal 1° settembre 2021 e fino all’inizio delle lezioni siano attivati, quale attività didattica ordinaria, l’eventuale integrazione e il rafforzamento degli apprendimenti, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
Fatto salvo il fatto è che si può e non si deve, il principio che viene introdotto è molto semplice. Gli insegnanti, che saranno tutti in cattedra il 1 settembre (???!!!!) sono in servizio e quindi è giusto che organizzino corsi di integrazione e rafforzamento degli apprendimenti senza pretendere che essi siano riconosciuti come lavoro accessorio anche se formalmente le lezioni e l’attività didattica ordinaria è fissata dai calendari regionali di orma verso la metà di settembre.
Ovviamente chi ha scritto la norma (ma chi sono i geni titolati a redigere tali fesserie?) non sa che nel primo periodo di settembre i docenti sono impegnati in tutte quelle incombenze necessarie per l’avvio del’anno scolastico (collegi dei docenti, commissioni, consigli di classe, ecc.) e si è dimenticato che il Piano Scuola Estate prevede che le attività di rafforzamento degli apprendimenti effettuate dal 1 settembre fino all’inizio delle lezioni siano riconosciute come attività accessorie.
Ma il vero scopo è quello di comunicare alla pubblica opinione attraverso i tanti “opinionisti” della carta stampata che i docenti possono e devono essere utilizzati anche nei periodi di cessazione delle attività didattiche per offrire “servizi” di sostegno, inclusione e rafforzamento a favore delle famiglie e degli allievi senza alcun aggravio per le casse dello Stato. Lo scenario futuro possibile, se passa la norma per come è scritta, è quello di un Piano Estate strutturale in cui nei mesi di giugno e settembre (anche una parte di luglio..) i docenti siano ordinariamente occupati ad occuparsi dei bisogni di famiglie e allievi.
Di fatto si introduce un aumento dell’orario di lavoro senza alcun riconoscimento stipendiale e con finalità molto dubbie dal punto di vista dell’efficacia degli interventi “educativi”.
Confidiamo che la norma sia modificata in sede di discussione parlamentare, ma è preoccupante che sia stata intanto introdotta nel testo governativo. Evidentemente per il Ministro Bianchi l’insegnamento può essere ricompreso nella generalità di generici interventi educativi perdendo il senso stesso della funzione dei docenti.