Durante il periodo di sospensione delle lezioni non ci sono obblighi di firma o presenza, ma troppi dirigenti lo ignorano!

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Lettera ricevuta da Nando Mericoni

In una scuola del Lazio, una DS manda un ordine di servizio ad una docente e le intima di recarsi a scuola dopo il termine delle lezioni che si sono concluse giorno 8 giugno.

Dal termine delle lezioni fino al termine delle attività didattiche fissate al 30 giugno gli insegnanti si devono recare a scuola solo per le attività programmate nel piano delle attività deliberato dal Collegio dei Docenti nel mese di settembre. Le altre attività in esecuzione di progetti devono essere fatte su base volontaria dando la propria disponibilità e con remunerazione aggiuntiva come da contratto.

Molti docenti di comune accordo con i DS si stanno attivando, ma altri stressati da un anno di lavoro molto faticoso, non c’è la fanno proprio, ed hanno bisogno di staccare per recuperare le forze in vista del nuovo a.s. che inizierà a settembre, con la speranza che si possa tornare in presenza tra i banchi con i propri allievi.

Malgrado tutto, assistiamo a prese di posizione da parte di DS arroganti, ignoranti, viziate da abuso di potere (o cattiveria?)  che trasudano nelle circolari, in particolare una, dall’oggetto “Disposizione di servizio” inviato da una DS illuminata ad una docente.

Premesso che giorno 8 giugno terminano le lezioni nella Regione della scuola dove la DS illuminata esercita, questi invia la disposizione di servizio alla docente per il giorno 9, 10 e 11 giugno per recarsi a scuola “con il seguente orario per supporto al Dirigente organizzazione Piano estate 2021”.

Nella circolare non sono citati disposizioni di legge o norme a cui far riferimento ma solo dei “Visto” che non hanno alcuna attinenza con i compiti del docente, che fino al 30 giugno, data del termine delle attività didattiche, sono in servizio ma per espletare le attività programmate dal Collegio dei Docenti nel mese di settembre per le attività aggiuntive previste dall’art. 28 del CCNL in vigore, ed il piano estate prevede la partecipazione alle attività solo su base volontaria dopo che il Collegio dei docenti ed il Consiglio di Istituto hanno programmato tali attività e sono stati stanziati dal M.I. i relativi fondi.

Dispiace profondamente vedere una funzione dirigenziale gestita cosi in malo modo. Questo non fa onore ad una categoria di lavoratori, i DS, che sono nell’occhio del ciclone e caricati come di docenti di lavoro che spesso non ha un supporto valido neanche da parte dell’amministrazione a cui appartengono, cioè sono lasciati allo sbando, all’improvvisazione della serie “armiamoci e partite”.

C’è uno scollamento netto tra quello che i funzionari del M.I. decidono spesso con provvedimenti campati in aria, inapplicabili per come è il mondo della scuola nella sua specificità non provenendo Essi dal settore che intendono gestire.

Ad onore del vero, devo dire che ieri ho partecipato ad una contrattazione di istituto con le RSU e la parte datoriale dove il DS “questo sì illuminato” si è rapportato seguendo correttamente tutte le procedure sopra descritte e consentendo ai docenti ed al personale ata che vuole partecipare alle attività estive di farlo su base volontaria e con relativa remunerazione.

Ecco, questi sono i DS che fanno onore alla professione ed al settore che rappresentano. Questi sono i nostri interlocutori quelli con cui ci piace condividere il percorso serio di gestione della scuola, non certamente quelli che viaggiano con il sassolino nella scarpa per cui fare dispettucci diventa uno scopo di vita.

(da InfoDocenti.it)

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