Concorsi scuola. Per il neoministro serve una “stabilizzazione temporanea”

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Precisazione necessaria prima di trattare dei concorsi. Tutto quello che state leggendo in questi giorni, e che viene attribuito al neoministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, non sono dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni. Si tratta di elaborazioni di quello che il professore ha scritto nel libro “Nello specchio della scuola”. E lo stesso sto facendo io.

Il senso della realtà

A differenza di chi l’ha preceduto, il ministro si rende conto che a settembre mancheranno una marea di insegnanti di ruolo – e pure di supplenti. Le graduatorie dei precedenti concorsi sono in buona parte svuotate, e ad esse si aggiungeranno – forse – solo i 32.000 posti messi a bando con il concorso straordinario (si sta concludendo in questi giorni, ma il lavoro di correzione in molti casi non è nemmeno iniziato, e con la correzione a distanza si procederà a rilento).

La sanatoria

Come spiega il ministro – con molto buonsenso – “Questa situazione è frutto di decisioni e normative accumulatesi nel tempo, e non è facilmente affrontabile e risolubile in tempi brevi”.

Per questo, visto “l’enorme numero di precari accumulatosi in questi anni”, sarebbe necessario pensare a soluzioni “anche di natura transitoria, capaci di coniugare la rapidità delle procedure con il rigore delle selezioni”. 

Per esempio, “si può pensare a procedure di stabilizzazione temporanea riservate agli attuali precari cui far seguire percorsi formativi con prove finali selettive da definire con successive disposizioni”.

Resta da capire quanto di queste parole si tradurrà in azione governativa.

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