Casi Covid in classe. I genitori: “Bambini prigionieri da negativi”. Una guida dall’Asl

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La denuncia delle famiglie oristanesi, tra confusione e disagi

Oltre la Dad, la misura sanitaria della quarantena di 10 giorni. È quanto prevede la nuova regola per le classi delle scuole primarie nelle quali siano stati accertati almeno due casi di positività: una norma che sta creando disagi tra le famiglie e, conseguentemente, malumori.

È un problema che tocca molte famiglie con bambini”, denuncia una mamma oristanese, con figli che frequentano la scuola primaria. “Nonostante abbiamo un tampone negativo, doppia dose di vaccino, oltre a ritrovarsi in Dad, devono anche farsi la quarantena fiduciaria di 10 giorni, rinunciando quindi anche a frequentare i corsi pomeridiani o a fare una semplice passeggiata. Per gli adulti e per i bambini della secondaria, invece, questo non è previsto”.

Una doppia beffa della campagna vaccinale”, dice questa mamma a proposito della nuova norma: “discrimina i bambini invece di dar loro maggiori benefici, come per i bambini a partire dalla prima media e alle persone che hanno doppia dose del vaccino”.

Mia figlia è negativa e vaccinata ma ora è rinchiusa in casa”, aggiunge. “Per lei è un nuovo trauma: piange spesso”.

Sono molte a Oristano le classi che hanno bambini con doppia vaccinazione ma che non possono uscire. La colpa non è della scuola ma è delle norme”, contesta la mamma, raccontando dei disagi quotidiani cui è sottoposta una famiglia con un bimbo in Dad e quarantena: “Viviamo disagi nel lavoro e nell’organizzazione, banalmente anche per andare a prendere un altro figlio a scuola: giorni fa ero completamente sola, non potendo lasciare una bambina di 6 anni incustodita, ho dovuto chiedere la disponibilità di altre mamme”.

Ai disagi si aggiunge la confusione del cambiamento relativo alla modalità di gestione dei casi di positività: dubbi e domande in particolare in questi giorni nei quali si assiste a un aumento dei casi. In soccorso dei genitori, la Asl di Cagliari ha redatto un vademecum che raccoglie le domande più frequenti per affrontare l’isolamento, la quarantena e i casi positività nelle scuole.

Ecco, quindi, cosa fare e come ci si deve comportare se si è in quarantena, o in isolamento, per salvaguardare la propria salute e quella degli altri.

Cosa deve controllare ogni mattina la famiglia prima di portare l’alunno/a a scuola?
Occorre misurare a casa la temperatura corporea e verificare che l’alunno/a non abbia altri sintomi sospetti Covid. In caso di temperatura superiore ai 37.5 C° o di dubbi circa lo stato di salute, NON portare l’alunno/a a scuola: contattare il pediatra o il medico curante e attenersi alle sue indicazioni.

Cosa fare nel caso l’alunno/a manifesti sintomi sospetti Covid a casa?

L’alunno/a deve rimanere a casa. È necessario contattare tempestivamente il pediatra o il medico curante e attenersi alle sue indicazioni. Se ritenuto necessario, il pediatra o il medico curante potrà segnalare la situazione come “caso sospetto” sulla piattaforma Gestione Casi e Contatti (GCC), per la presa in carico ed effettuazione del tampone molecolare da parte del Dipartimento di Prevenzione della ASL di appartenenza.

Cosa deve fare la scuola in caso l’alunno/a manifesti sintomi sospetti Covid a scuola?
Nel caso di sintomi compatibili con Covid-19 all’interno delle scuole, l’alunno/a va ospitato nella stanza dedicata o area di isolamento, come da procedura di sicurezza, e devono essere avvisati i genitori. Il Referente Covid o altro incaricato scolastico deve tempestivamente avvisare i genitori della necessità dell’allontanamento dell’alunno/a. La scuola non deve mettere in atto alcun provvedimento a carico dei compagni di classe e del personale, che potranno continuare la frequenza scolastica.

Cosa deve fare la famiglia in caso l’alunno/a venga allontanato da scuola per sintomi sospetti Covid?
Contattare tempestivamente il pediatra o il medico curante e attenersi alle sue indicazioni. Se ritenuto necessario, il pediatra o il medico curante potrà segnalare la situazione come “caso sospetto” sulla piattaforma Gestione Casi e Contatti (GCC) per la presa in carico ed effettuazione del tampone molecolare da parte del Dipartimento di Prevenzione della ASL di appartenenza.

Cosa deve fare l’alunno/a se è stato segnalato come “caso sospetto” dal medico/pediatra o se è in attesa dell’esito del tampone?
In attesa dell’esecuzione o dell’esito del tampone a seguito della segnalazione del medico/pediatra, l’alunno/a NON deve andare a scuola e deve rimanere in isolamento. Se l’esito è negativo, l’alunno/a potrà riprendere la frequenza scolastica, salvo sia sintomatico (nel qual caso è bene rivolgersi al medico curante o al pediatra di libera scelta). Attenzione: non potranno essere considerati validi i referti di tamponi eseguiti in auto somministrazione.

Cosa deve fare la famiglia se l’alunno/a ha avuto un problema di salute ma non riconducibile al Covid?
In caso di problemi di salute è sempre necessario riferirsi al proprio pediatra o medico curante. Nel caso in cui il problema di salute, dopo valutazione medica, non sia riconducibile al Covid, e pertanto il tampone sia risultato negativo, l’alunno/a potrà tornare a scuola secondo le indicazioni del medico. Non è richiesta alcuna certificazione/attestazione per il rientro, analogamente non è richiesta autocertificazione da parte della famiglia. Si ricorda che fino a 5 giorni di assenza (3 giorni per la scuola dell’infanzia), si riammettono gli alunni anche senza certificato medico di guarigione, ma con giustificazione scritta compilata tramite il registro elettronico.

Cosa succede se un alunno/a o un operatore risulta positivo al Covid?
L’alunno/a positivo al Covid dovrà avvertire l’istituto di appartenenza e osservare un periodo di isolamento obbligatorio. I non vaccinati, i vaccinati con una sola dose (o con ciclo completo, ma da più di 120 giorni) devono stare in isolamento per 10 giorni ed eseguire sucessivamente un test antigenico o molecolare. I vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni, o con booster, staranno in isolamento solo 7 giorni dal tampone positivo, trascorsi i quali potranno eseguire il test molecolare o antigenico.
L’esito negativo del tampone conclude l’isolamento. In caso di persistenza della positività, l’isolamento si conclude dopo 21 giorni dall’effettuazione del primo tampone positivo, purché siano trascorsi 7 giorni dalla fine di eventuali sintomi.
L’operatore positivo al Covid dovrà osservare un periodo di isolamento obbligatorio di almeno 7 o 10 giorni dal riscontro della positività. Se il tampone risulta ancora positivo, il test può essere ripetuto, indicativamente ogni 7 giorni. La riammissione al lavoro è possibile solo dopo la negativizzazione del tampone. Per il rientro a scuola l’operatore dovrà inoltrare al medico competente, ove nominato, o al datore di lavoro l’esito negativo del tampone.(da LinkOristano.it)

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