13 Set
Ci auguriamo che Dad sia davvero finita, ma ci sembra presto per affermarlo. Rinnovo contratto e aumento stipendi ancora al palo
“Se riusciremo finalmente a mettere in soffitta la Dad, saremo i primi a rallegrarcene. Ma, considerato che con la pandemia si naviga ancora a vista, ci sembra prematuro affermare sin da oggi che l’esperienza della didattica a distanza si è definitivamente conclusa. Ci auguriamo come tutti che la diffusione del vaccino ci aiuti a raggiungere questo obiettivo”.
Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, in occasione dell’avvio dell’anno scolastico nella maggior parte delle regioni.
Anno scolastico nuovo, problemi vecchi: si torna in classe, sperando di non dover ricorrere ancora alla didattica a distanza, ma i mali da cui è afflitta la scuola italiana non guariscono. “A partire dal numero enorme di istituti in cui i criteri di sicurezza sono soltanto sulla carta, rimasti lettera morta, – afferma Di Meglio – passando per l’atavica questione del sovraffollamento delle classi, che sono molte di più rispetto a quelle dichiarate dal ministero dell’Istruzione.
Pure sul fronte del precariato non si sono fatti grandi passi avanti: ben che vada, i posti coperti dai supplenti saranno 150mila, decisamente ancora troppi. Una situazione – spiega il leader della Gilda – figlia della mancanza di sistemi di reclutamento e di abilitazione in grado di snellire le procedure e di rendere i concorsi appuntamenti fissi ogni due anni. La farraginosità dei meccanismi, infatti, ha finora alimentato quella fabbrica del precariato che tanto nuoce alla qualità dell’insegnamento e alla continuità didattica”.
A questo nuovo anno scolastico i docenti si affacciano, inoltre, con un contratto di lavoro scaduto, il cui ultimo rinnovo risale al triennio 2016-2018 e che, dunque, arriverà al capolinea il prossimo 31 dicembre senza che al momento si intraveda alcuna possibilità di una rivalutazione decorosa degli stipendi degli insegnanti.