21 Feb
(da LinkOristano.it)
Indagine realizzata dall’istituto Eurispes
Un giovane sardo su cinque è vittima di cyberbullismo. A essere maggiormente colpite sono le ragazze tra i 15 ed i 17 anni. Sono alcuni dei dati salienti che emergono da un’indagine sul cyberbullismo realizzata dall’Eurispes nelle scuole sarde, con il contributo degli assessorati regionali della Programmazione e Pubblica istruzione.
L’indagine conoscitiva è stata illustrata a Tempio Pausania alla presenza delle autorità politiche e le forze dell’ordine dell’isola. Il 19,6% dei giovani ha ammesso di aver subito atti di vessazione digitale. Tra le “molestie” più diffuse ci sono le telefonate mute, ma anche scherzi telefonici che culminano con l’esclusione intenzionale dai gruppi online. Dettaglio questo che è stato segnalato soprattutto tra i gruppi WhatsApp delle classi scolastiche.
Dall’indagine emerge drammaticamente che le vittime prese di mira si sono sentite isolate e sole, perdendo a volte anche la propria autostima. Vivono costantemente in ansia, marinano la scuola e alcune cadono anche in gravi stati di depressione.
Sono state coinvolte nell’indagine 48 istituti comprensivi e 49 istituti superiori. Sono stati compilati 5.784 questionari, 3.586 dai ragazzi, 1.361 dai genitori e 837 dagli insegnanti.
Come evidenzia ancora l’indagine, il più diffuso tra gli attacchi dei cyberbulli è il sexting, con messaggi e immagini sessualmente espliciti. Ancora, le battaglie verbali on line (flaming), le molestie (harassement), la denigrazione e la sostituzione di persona.
I bulli “digitali” sono, equivalenti: il 49,7% sono ragazze e il 50,3% ragazzi, con età tra i 13 e i 19 anni, che utilizzano chat di gruppo e messaggi individuali. WhatsApp e Telegram sono le app più diffuse.
Alcuni dei giovani molestati si sono lamentati a scuola, altri hanno parlato direttamente con i genitori. Esiste anche una modesta parte di docenti che è stata vittima di questi episodi.
Sono stati anche resi noti i possibili rimedi dopo gli attacchi di cyberbullismo: vengono promosse attività di formazione rivolte ai docenti e agli studenti, con il coinvolgimento anche dei genitori. Rimane fondamentale per Eurispes l’importanza di promuovere maggiormente le attività in classe, dove il fenomeno ha la sua origine.
Alla presentazione c’era anche il comandante regionale della polizia delle telecomunicazioni Francesco Greco. “La percentuale di un giovane su cinque che viene preso di mira dai cyberbulli”, ha commentato preoccupato, “rappresenta un fenomeno preoccupante e purtroppo sempre in crescita. È un fenomeno che c’è e che arriva, negli episodi più eclatanti, anche alla polizia postale. Il fenomeno è abbastanza esteso e ci dà uno spaccato della realtà giovanile”.
“L’età”, ha detto ancora Greco, “è tra i 14 e 17 anni. Questo fenomeno colpisce soprattutto le ragazze, ma sono in crescita anche i piccoli, nella fascia tra i 10 e i 13 anni. Sono un po’ tutti i social a essere utilizzati. E i gruppi che possono sembrare i più innocui, come quelli WhatsApp creati nelle classi, vengono utilizzati spesso per prendere di mira i compagni. Proseguiremo anche quest’anno a promuovere lezioni e corsi nelle scuole per informare i ragazzi dei rischi che si corrono oggi, non solo nella rete, ma anche attraverso i social”.