15 Set
La scuola comincia nella maggior parte delle Regioni e il Ministro Bianchi continua a rilasciare interviste a tutto campo rivendicando che finalmente, dopo tanti anni, le lezioni cominceranno con tutti i docenti in cattedra, con protocolli di sicurezza “sicuri” e prefigurando un anno scolastico pieno di soddisfazioni per allievi, famiglie, docenti e personale della scuola tutto.
Siamo ancora nel paese di Papalla dove tutti possono sparare stupidaggini o finte rappresentazioni della realtà all’inseguimento di un consenso di breve periodo e senza una visione strategica in merito al sistema educativo e di istruzione del nostro Paese.
Poco o nulla è cambiato rispetto al governo precedente. Si torna a scuola con gli stessi problemi di sempre e senza un piano serio per la risoluzione delle due maggiori cause di crisi in merito al funzionamento della scuola in epoca di Covid 19: i trasporti pubblici e le “classi pollaio”. Dopo due anni di chiacchiere il sistema trasportistico non è stato implementato nella maggior parte dei territori (competenza di Regioni ed Enti Locali). L’annosa questione delle “classi pollaio”, che è legata sempre a competenze degli Enti Locali oltre che del Ministero dell’Istruzione e dell’Economia viene ridotta a un problema marginale (per Bianchi poco meno del 3% delle classi sarebbe oggetto di tale situazione) dimenticando che non si deve solamente porre in essere le misure di contenimento del virus, ma soprattutto garantire la fruizione degli spazi ordinari che spettano agli allievi e ai docenti per le normative sulla sicurezza e di organizzazione delle classi. In una classe di 40 metri quadrati non si possono mettere 25 studenti più gli insegnanti. Se il problema delle “classi pollaio” fosse così marginale sarebbe semplice risolverlo con investimenti mirati. Sappiamo invece che da decenni se ne parla senza che si faccia nulla. Anzi, alcuni progettisti del futuro immaginano che l’andamento demografico negativo che caratterizza l’Italia negli ultimi anni porterà alla risoluzione naturale della criticità del sovraffollamento delle aule senza contare le tante proposte di distruzione e rimodulazione del gruppo classe in applicazione delle ultime mode pedagogiche.
Per il Covid 19 nell’era del green pass si continua a procedere per tentativi, continui adattamenti e compromessi. L’anno scorso non c’era il vaccino e l’Azzolina ci aveva proposto i banchi a rotelle (soldi pubblici buttati nei cassonetti), ora Bianchi propone di aprire le finestre delle aule e controlli automatizzati e semplici per il possesso del green pass per gli accessi a scuola.
Tutto va bene madama la marchesa. Nel paese dei Papalla.(da infodocenti.it)