17 Apr
Da ieri sta circolando nel sottobosco dei social una bozza di circolare del Ministero dell’Istruzione avente per oggetto l’espletamento delle prove scritte suppletive della procedura straordinaria della scuola secondaria.
Possiamo quindi affermare con certezza che le suppletive si faranno….ma non per tutti.
Si tratta quindi di una conferma che non sempre la giustizia coincide con ciò che è buono e giusto e che, ancora una volta, la politica scolastica italiana viene decisa nelle aule giudiziali e non, come sarebbe auspicabile, da chi è predisposto a guidare il paese garantendo i principi costituzionali di equità e di pari opportunità
Accadrà quindi che chi a causa della pandemia, obbligato per DPCM, non ha potuto partecipare alle prove previste lo scorso autunno per riprendere, dopo un’interruzione forzata, a febbraio verrà definitivamente escluso dalla possibilità di veder stabilizzato il proprio rapporto di lavoro a meno che non abbia presentato ricorso.
Pertanto, la prossima settimana, il Ministero ha dato disposizione ai vari Uffici scolastici Regionali di predisporre gli elenchi con i nominativi dei candidati ricorrenti con indicazione delle date e delle sedi previste per le suppletive che avranno inizio a partire dal 10 maggio.
Gli elenchi predisposti dagli USR sono basati sui nominativi noti all’amministrazione al momento della loro pubblicazione; qualora ci fossero ricorrenti non presenti in questi elenchi, lo potranno far presente agli uffici competenti che potranno integrare la lista dei partecipanti alla prova scritta.
Il fatto che le varie sentenze, seppur in attesa del giudizio di merito, sono state tutte nette, chiare ed inequivocabili nell’imporre al Ministero la predisposizione ( per i ricorrenti, un giudice non può fare altro ) della prova suppletiva richiesta, sta a significare che, da un punto di vista giuridico, il recupero dell’opportunità mancata a causa della pandemia in atto si prefiguri come un diritto sacrosanto.
Sarebbe quindi stato auspicabile ed opportuno che il mondo della politica ne prendesse atto e estendesse questo diritto a tutti coloro che si sono trovati nelle stesse condizioni a prescindere dall’aver presentato o meno ricorso.
Ciò non è avvenuto e questo rende meno “giusto” l’atto di giustizia ordinato dai giudici.