28 Mar
La notizia sta circolando da un paio di giorni. A quanto sembra sarebbe nata da una passaparola sul web e poi è diventata virale dal momento in cui ha trovato spazio nei principali luoghi virtuali in cui ci si occupa di scuola.
Ipotesi fantasiosa
Non si può definire altrimenti. Secondo questo racconto il ministro, con un atto amministrativo unilaterale, stopperebbe per il prossimo anno la mobilità per destinare tutti i posti già vacanti – oltre a quelli che si libereranno per i pensionamenti – ad una mega immissione in ruolo a livello nazionale, come accadde ai tempi di Renzi.
Mai dire mai, ma la ricostruzione fatica a reggere se confrontata con la realtà. L’anno scorso erano state autorizzate oltre 80.000 immissioni in ruolo e ne sono state fatte poco più di ventimila. Il problema non è trovare posti per i nuovi assunti, ma piuttosto di avere abbastanza vincitori di concorso per le esigenze di organico della scuola.
Il ritardo del ministero
Peccato che pochi mezzi di informazione – anche di quelli del settore – siano intervenuti per chiarire il quadro. E non bisogna trascurare di evidenziare le responsabilità del ministero. Non tanto perché non ha smentito questa ricostruzione, ma perché sta alimentando questa situazione ritardando oltremodo la presentazione delle domande di Mobilità 2021.
E così facendo, vista l’importanza di questo atto amministrativo per l’apertura dell’anno scolastico, rischia di far diventare una pura chimera la possibilità di avere tutti i docenti in cattedra all’inizio dell’anno scolastico.
(da InfoDocenti.it)