20 Gen
Lo scorso 5 gennaio è uscito un appello unitario dei sindacati a far slittare le elezioni del CSPI, dal momento che eravamo e siamo tuttora in piena pandemia. Il ministro, per tutta risposta e incurante persino dello stato di emergenza proclamato dal suo stesso governo fino al 30 aprile, ha emesso un’Ordinanza lo scorso 15 gennaio, la quale indice le elezioni in tutte le scuole con modalità cartacea e tradizionale per il giorno 13 aprile. Secondo l’Ordinanza ministeriale bisogna organizzare, in tutta fretta e come non ci fosse un domani, una campagna elettorale, a partire già da marzo, per più di un milione di personale scolastico, con raccolta firme e sottoscrittori su diverse liste per grado di scuola e comparti, e votare poi in presenza in tutte le scuole senza peraltro prevedere fondi o investimenti strutturali nel meccanismo elettorale, affidato completamente alle commissioni elettorali, le quali, già nell’ultima tornata del 2015, e quindi neppure in tempi normali, riuscirono a garantire la costituzione dei seggi, se non in misura marginale. Tuttavia, prima di proseguire urge una concisa illustrazione dell’argomento.
CSPI, acronimo di Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, è una sigla piuttosto sconosciuta anche nel mondo della scuola. Eppure, nel corso del suo ultimo mandato è stato consultato su tutte le questioni riguardanti l’istruzione pubblica, compresa quella paritaria, fino ad emettere ben 68 pareri, che, pur essendo solo consultivi, sono comunque obbligatori per il ministero. Questo testimonia in termini pratici della scarsa rinomanza di questo organismo, ma nulla toglie alla rilevanza culturale dei suoi atti di indirizzo. Ebbene, fin dalla sua recente nascita (prima era tutto di nomina regia e si chiamava Consiglio Nazionale), ha sofferto di scarsa rappresentatività, perché le sue lezioni erano indette isolatamente e con scarsa o nulla pubblicità dell’evento, a primavera inoltrata, con le vecchie modalità cartacee e in presenza, modalità che penalizzavano l’istituzione dei seggi elettorali e la relativa affluenza in moltissime scuole. Nella scorsa primavera 2020, in pieno lockdown, come tanti altri eventi collettivi, furono annullate con proroga del CSPI fino al 30 agosto 2021. Con atto legislativo separato sono state annullate e rimandate anche le elezioni RSU previste per questa primavera 2021.
Ora, la soluzione più ragionevole sarebbe accoppiare le lezioni del CSPI con le elezioni RSU, in modo da procedere in sincrono per ambedue le consultazioni, con risparmi di gestione e maggiore efficienza e soprattutto per poter garantire per entrambe una maggiore affluenza e rappresentatività democratica. Per questo vale tuttora l’appello al rinvio rivolto dai sindacati al ministro: un unico election day sarebbe la soluzione auspicabile, anche in tempi, ci auguriamo presto, postvaccinali.
(da InfoDocenti.it)