08 Gen
L’allentamento delle restrizioni in un periodo in cui la diffusione dell’infezione da Coronavirus è ancora alta, può comportare un aumento esponenziale dei casi e, di conseguenza, dei ricoveri, anche se l’Rt è inferiore ad 1.
A dirlo è uno studio congiunto realizzato dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), dalla Fondazione Bruno Kessler (FBK) e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), basato sui dati della prima ondata dell’epidemia. Tale studio è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Science of the United States (PNAS).
Il dottor Stefano Merler, ricercatore della FBK, sostiene che: “L’incidenza deve essere sufficientemente bassa da poter essere gestita dai sistemi di prevenzione con l’isolamento dei casi e la quarantena dei contatti”. Inoltre: “La ricerca mostra che il potenziale di trasmissione di COVID-19 è ancora altissimo e suggerisce estrema cautela nella scelta dei contatti sociali che vengono riattivati e nella tempistica di riattivazione degli stessi”.
Lo studio sostiene che la riapertura delle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, avrebbe un impatto limitato sulla trasmissione del Covid-19, dovuta alla minor contagiosità di bambini e ragazzi fino a 14 anni di età.
L’apertura delle scuole secondarie di secondo grado, come avvenuto a fine estate, di contro, comporterebbe un’onda epidemica per certi versi incontenibile.
I ricercatori, infine, sostengono che sino al 30 settembre si è infettato circa il 5% della popolazione italiana, naturalmente in maniera differenziata da regione a regione (11% Lombardia, 2% Lazio, 1% Campania), Quindi, l’apertura delle scuole avrebbe impatti differenti, a seconda dell’immunità raggiunta nelle varie regioni. Popolazioni costituite da una struttura demografica più giovane subiscono un impatto inferiore dal punto di vista epidemiologico.