20 Dic
Il governo è al lavoro per il rientro in presenza “Abbiamo programmato la ripartenza per il 7 gennaio e vi stiamo lavorando alacremente con tutti i ministri e gli enti amministrativi, proprio per intervenire su tutti i settori, dal trasporto pubblico alla differenziazione degli orari”, queste le parole di Giuseppe Conte che aggiunge: “La scuola non è focolaio di contagio”.
Tra gli obiettivi del governo c’è quello di dare una corsia preferenziale alle scuole per il tracciamento delle Asl e per test prioritari. Più risorse dovrebbero arrivare alle regioni per il Trasporto Pubblico Locale. Si parla anche di utilizzare l’esercito per uno screening di massa della popolazione scolastica.
Si prevede un cambiamento del calendario scolastico con lezioni fino al 30 giugno, tranne che per terza media e quinto superiore, e turni pomeridiani. Si sta anche pensando di impedire ai presidenti di regione di emanare ordinanze di chiusura delle scuole.
Si stanno però levando molte voci di dissenso. Intanto gli insegnanti, impegnati con la DAD, che ritengono non ci sia nulla da recuperare e vedono non riconosciuto il lavoro di questi mesi. Anche il presidente della Regione Puglia Emiliano ritiene che non ci siano le condizioni per ripartire il 7 gennaio. L’opposizione è fermamente contraria a queste scelte «Proporre di allungare il calendario scolastico è sbagliato, per numerosi motivi. In classe non ci sono condizionatori, le temperature sono elevate già a fine maggio, le classi sarebbero invivibili. Si causerebbe un danno al settore turistico, già attivo a metà giugno, con le famiglie bloccate nelle città», queste le parole dell’on. Rossano Sasso (Lega)