07 Dic
“Nessuno ha avuto la cortesia di consultarci in merito all’ipotesi di prolungare le attività didattiche fino al 30 giugno per recuperare le ore di lezione perse finora. Nell’attesa che ciò avvenga, crediamo sia opportuno intanto ricordare che il lavoro dei docenti è regolato da un contratto collettivo nazionale, tra l’altro scaduto da due anni. In ogni caso, riteniamo che sia una proposta offensiva nei confronti della professionalità di tutti gli insegnanti impegnati ormai da mesi nella Didattica a distanza, metodologia faticosa, che richiede molta preparazione e un tempo di lavoro di gran lunga superiore rispetto a quello ordinario”.
A dichiararlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.
“La Gilda ha sempre sostenuto che la Dad sia un surrogato della scuola e che, come tale, dia risultati ben distanti da quelli della didattica in presenza. Ma se è stato necessario ricorrervi anche quest’anno a causa dell’incapacità del Governo di realizzare quelle condizioni imprescindibili per un ritorno a scuola in sicurezza, non si capisce per quale motivo a pagarne il conto debbano essere i docenti”, conclude Di Meglio.