06 Dic
Uno studio di un ricercatore Istat smentisce Miozzo e la ministra
Una parte dell’opinione pubblica continua a sostenere che le scuole sarebbero dei luoghi in cui il coronavirus non si propagherebbe – perché in questi luoghi sarebbe massimo il rispetto delle regole.
Il CTS ed il governo
La pensano così i componenti del Comitato tecnico scientifico – a partire dal suo coordinatore Agostino Miozzo. Come pure una parte della maggioranza – con in prima fila il premier Giuseppe Conte e la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina (che avevano sposato la causa del ritorno a scuola il prima possibile).
Lo studio dello statistico Istat
Il problema è che finora ognuno poteva sostenere una tesi, o il suo opposto, perché non c’erano dati su cui basare le valutazioni. Ha provato a colmare, almeno in parte, questo problema lo statistico dell’Istat Livio Fienga, con uno studio – fatto a titolo personale – sugli effetti dell’apertura delle scuole a settembre.
Oltre 220.000 contagi
Secondo lo statistico. la riapertura delle scuole avrebbe avuto un impatto notevole sulla crescita dei numeri della pandemia: circa 225.815 contagi sarebbero legati, direttamente o indirettamente, alla scuola.
Con onestà intellettuale, lo statistico ha precisato che lo studio non dice che i contagi siano avvenuti nelle scuole, ma che è evidente la correlazione tra la riapertura degli istituti e la seconda ondata della pandemia. E che “la data delle votazioni del 20-21 settembre può aver condizionato i risultati dell’analisi statistica e, in questi casi, è più corretto riferire l’incremento dei casi a un effetto combinato di scuola ed elezioni”.
Quali sono le Regioni più colpite
L’impatto maggiore sul numero dei positivi si è verificato in Lombardia – più di 45.000 contagiati sarebbero da imputare alla riapertura delle scuole -, seguita dalla Campania (38.789 casi), dal Lazio (23.507), dal Piemonte (17.675), dalla Toscana (15.485), e quindi Veneto (15.264), Emilia Romagna (13.575) e Sicilia (12.900).
(da InfoDocenti.it)